Il rispetto del costruito salvaguardando i cinematismi originari di rottura (codice genetico di rottura)

Tra il 2003 e il 2007 feci un Dottorato di ricerca presso l’Università Politecnica delle Marche, sul tema del restauro delle strutture lignee e in particolare sul funzionamento delle capriate storiche e sul loro consolidamento.

Oltre alla parte di ricerca sui trattati storici, feci una serie di indagini e rilievi di capriate storiche perlopiù nella regione Marche per vedere come si comportavano, come si degradavano, e anche come si era intervenuti negli anni.

La parte più interessante della ricerca fu però la sperimentazione su due capriate, realizzate specificatamente per questa ricerca da un’azienda che convinsi a fare da sponsor, e che accettò e che ringrazio ancora oggi per il supporto, la Riabitat, di Ellera Corciano (PG).

Vennero realizzate due capriate di abete, di 8,5ml di luce, identiche per geometria e sezione, ma diverse per schema statico: la prima con monaco sollevato, la seconda con monaco appoggiato sulla catena. Le due capriate, assemblate da Riabitat, vennero trasportate nel laboratorio della Facoltà di Ingegneria di Ancona e vennero sottoposte a prove di carico fino a rottura, misurandone le deformazioni e documentandone il comportamento.

Progetto della capriata e del sistema di carico con martinetti piatti e estensimetri per la lettura delle deformazioni

In sintesi abbiamo misurato il momento ai nodi e il taglio, verificando che entrambe le capriate vanno a rottura per per sforzo di taglio ed in particolare per rottura della parte terminale della catena, in corrispondenza dell’interfaccia tra anelli di accrescimento contigui. Tuttavia, dopo tale rottura, le capriate non si trasformano in cinematismi ma conservano capacità portante residua.

La sintesi della ricerca e della tesi di dottorato con i risultati principali, è disponibile qui sotto.